Poiché l'industria della trasformazione dei polimeri continua a richiedere maggiore durata ed efficienza dalle apparecchiature di estrusione, la tecnologia di rivestimento laser sta emergendo come una soluzione chiave nella produzione di cilindri per estrusori a doppia vite. Rispetto ai tradizionali cilindri in acciaio nitrurato e ai rivestimenti in lega monolitica, le superfici interne dei cilindri rivestite al laser offrono una resistenza superiore all'usura e alla corrosione, garantendo al contempo una maggiore stabilità strutturale e un migliore controllo termico.
I tradizionali cilindri nitrurati formano tipicamente solo un sottile strato nitrurato di circa 0,5 mm, che può essere parzialmente rimosso durante la rettifica post-nitrurazione, compromettendo la durezza superficiale e riducendo la durata del prodotto. Al contrario, il rivestimento laser consente la formazione di un strato in lega di carburo di tungsteno a base di nichel spesso 1–2 mm direttamente sulla parete interna del cilindro. Ciò aumenta significativamente la resistenza all'usura e la durata, rendendolo un sostituto ideale per i cilindri in acciaio nitrurato in condizioni operative ad alto carico e ad alto taglio.
I rivestimenti in lega monolitica convenzionali vengono solitamente prodotti tramite sinterizzazione sottovuoto o pressatura isostatica a caldo (HIP), entrambi limitati dalle dimensioni del forno, complessi nel processo e costosi. La tecnologia di rivestimento laser, tuttavia, non è vincolata dalle dimensioni dei componenti. Consente l'applicazione diretta di uno strato resistente all'usura sulla parete interna del cilindro, riducendo la difficoltà di produzione e i costi mantenendo elevate prestazioni.
Uno dei principali svantaggi dei rivestimenti in lega è la potenziale discrepanza nell'espansione termica tra il rivestimento e il corpo del cilindro, che può portare a fessure o instabilità durante il funzionamento ad alta temperatura. Il rivestimento laser forma un strato in lega legato metallurgicamente direttamente sulla parete del cilindro, eliminando il problema della discrepanza termica e garantendo prestazioni stabili a lungo termine in ambienti di estrusione esigenti.
In un estrusore convenzionale da 75 mm, lo spessore del rivestimento in lega può raggiungere i 90 mm, il che aumenta la distanza tra il flusso di materiale e i canali di raffreddamento. Con strati di rivestimento laser spessi solo 1–2 mm, il fuso rimane più vicino al sistema di raffreddamento del cilindro, consentendo una più rapida dissipazione del calore e un controllo più accurato della temperatura. Ciò è particolarmente vantaggioso quando si elaborano materiali sensibili alla temperatura, migliorando sia la consistenza del prodotto che l'efficienza energetica.
I cilindri rivestiti al laser sono ora ampiamente utilizzati in modifica della plastica, plastica tecnica, produzione di masterbatch e lavorazione di materiali biodegradabili. Grazie all'eccellente rapporto costo-prestazioni, stanno diventando la soluzione preferita per sostituire i tradizionali cilindri nitrurati e i manicotti in lega pesante. Per i produttori che cercano una maggiore produttività e costi di manutenzione ridotti, il rivestimento laser rappresenta un aggiornamento tecnologico potente e pratico.